I fattori di Vigheffio, l’economia di Solidalia
di Andrea Saroldi
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Al rientro da Solidalia, la festa dell’economia solidale organizzata dal DES Parma alla fattoria di Vigheffio l’11 giugno 2022, provo a raccogliere qualche appunto di memoria per chi non ha avuto la fortuna di partecipare e per chi come me ha bisogno di fissare i ricordi prima di dimenticare.
Andrea Saroldi, 19 giugno 2022
La prima cosa che noto quando torno da queste parti è il paesaggio; per Solidalia, la festa dell’economia solidale inventata dal DES Parma, ci troviamo alla Fattoria di Vigheffio, nel Comune di Collecchio vicino a Parma. Siamo in mezzo al verde nel parco della fattoria, sotto agli alberi, circondati da un buon numero di animali e bambini che giocano, in mezzo a molti gazebo e banchetti, molti amici, volontari e visitatori; alla sera arriva la musica, sempre in un clima amichevole e festoso.
La Fattoria di Vigheffio è già di suo un luogo di attenzione alle fragilità; è stata uno dei simboli nella costruzione delle alternative al manicomio, nella possibilità di una convivenza senza muri e inferriate, nella prospettiva concreta dell’incontro tra i “matti” e i “normali”. La Fattoria è il luogo che ha visto lavorare fianco a fianco pazienti, medici, infermieri e volontari per la costruzione di un mondo diverso.
In questo ambiente, la memoria torna automaticamente al primo Incontro Nazionale dell’Economia Solidale (Ines) organizzato, sempre dal DES Parma, nel 2014 in un altro parco di Collecchio [1], e all’edizione successiva a Trieste, nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni, sotto lo sguardo di Marco Cavallo, il cavallo azzurro di legno e cartapesta simbolo di liberazione dai confini.
Ma tornando qui a Solidalia, in mezzo al cibo, ai gazebo del mercatino e ai laboratori, non sono mancati gli incontri a cui hanno partecipato anche diversi produttori. Lasciando agli organizzatori una sintesi più organica di quanto emerso sotto gli alberi di Vigheffio, provo a raccogliere alcuni punti che trovo importanti.
Di fronte alle varie difficoltà segnalate dai produttori, in buona parte conseguenze dirette delle diverse crisi che stiamo attraversando, tra siccità e speculazioni finanziarie, da più parti ho raccolto l’esigenza di costruire risposte concrete. Questo certamente non significa che possiamo fare tutto da soli, né significa rinunciare a richiedere a tutti gli altri soggetti di fare la loro parte, ma le soluzioni resilienti si possono costruire solo all’interno di reti diversificate e intrecciate.
Le difficoltà non mancano, ma ci sono anche diverse esperienze che funzionano; alcune di queste, come il furgoncino solidale o le semine condivise, sono state richiamate durante gli incontri.
Tra i diversi ostacoli, forse quello percepito come più grosso è la difficoltà a pensarsi insieme, secondo un tema portato proprio qui a Collecchio nel 2014, tra i conigli ed i pavoni del Parco Nevicati. Tra le possibili metafore per presentare questo aspetto, mi piace ricordare quella di sapore matematico proposta da Marco Deriu [2].
In una rete multicentrica come questa, se decidiamo di puntare sui fattori comuni su cui ci ritroviamo tutti in modo esplicito, stiamo estraendo il massimo comun divisore (MCD); per fare un esempio, se io porto un 12 e tu porti un 15, il nostro MCD in cui ci ritroviamo vale 3, questa è la massima espressione che possiamo trovare per i nostri fattori comuni. Se invece impariamo a pensarci insieme e a valorizzare le nostre differenze possiamo puntare al minimo comune multiplo (mcm), che moltiplica anche i fattori che non sono comuni; nell’esempio riportato, tra 12 e 15 il mcm vale 60. E così, la forza della nostra combinazione può portarci da 3 a 60 a seconda di quanto riusciamo a collegare i diversi approcci, di quanto ogni nodo sia in grado di bloccare o amplificare la propagazione dei segnali positivi, di quanto venga innescata la reazione competitiva rispetto a quella collaborativa [3]. In questo modo, vedendo quanto i diversi contributi vengono amplificati dalla rete, possiamo misurare la nostra capacità di pensarci insieme.
Proprio 20 anni fa ci trovavamo per l’incontro nazionale dei Gas a Marzabotto (BO), nel Parco Storico di Monte Sole, un altro luogo con un forte carico storico. Lì a partire dalla riflessione sul progetto locale abbiamo percepito come la strategia delle reti consentisse di tenere insieme e rafforzare i diversi livelli; quelle riflessioni ci avrebbero portato a lanciare in Italia la proposta delle reti di economia solidale nell’incontro di Verona a settembre del 2002 [4].
Ora possiamo vedere chiaramente come sia proprio il rafforzamento di queste reti la strategia migliore per venirne fuori tutti insieme. Per fortuna, i produttori presenti qui a Vigheffio, compreso chi venendo da Amatrice ha dovuto per forza di cose ricostruire da zero, hanno trasmesso la “scossa delle reti”; ovvero la necessità e l’urgenza di costruire risposte concrete che possano funzionare per i diversi soggetti, facendo ognuno la propria parte all’interno di reti collaborative.
Secondo gli organizzatori di questo incontro, è necessario rafforzare un modello economico eversivo che si distingua nettamente da quello attuale, che dia centralità alle microimprese e sia quindi in grado di autosostenersi nel legame con il territorio e nella crescita delle relazioni, seguendo una rivoluzione organizzativa del modello di rete che sia in grado di calare i valori negli aspetti tecnici.
Non a caso i contadini sono anche chiamati fattori, li ricorderemo come i fattori di Vigheffio, quelli da moltiplicare per realizzare un buon prodotto, superando la logica della divisione.
Questo è il talismano di Collecchio che continua a dispiegare il suo potere, invitandoci a seguire per le nostre scelte il criterio guida del rafforzamento delle reti. Penso che sia questa l’impresa che ci sta davanti; d’altronde lo sappiamo, a Collecchio nascono imprese alimentari di importanza nazionale.
Note
[1] – A questo link trovate un po’ di materiali ed i video dell’incontro Ines 2014 a Collecchio.
[2] – Marco Deriu ha proposto questa metafora del massimo comun divisore e minimo comune multiplo nel libro “Davide e Golia” (pp. 62-63); l’ha anche ripresa nel suo intervento “Tra progetti e visioni. La costruzione plurale dell’economia solidale” a Collecchio nel 2014; il video dell’incontro è disponibile qui (vedi intorno al minuto 42).
[3] – Vedi “L’altra legge della giungla”.
[4] – A questo link trovate una breve cronistoria degli incontri nazionali dei Gas e dell’economia solidale.