Iris tra oggi e domani, e fondamenta di ieri

Al Focus Intergas del 25 ottobre la partecipazione di Maurizio Gritta e Paolo Morelli, due dei fondatori della cooperativa Iris di Calvatone (Cr), nostro storico fornitore di pasta biologica.
Una serata svoltasi in presenza al Centro Bizzozero.

Iris è stata fondata ed è tuttora una cooperativa a proprietà collettiva (nessuno ne è padrone) ed è un esempio quasi unico nel panorama nazionale.

Fulcro di tutta l’attività la filiera agricola certificata che coinvolge 11 regioni e 130 aziende agricole biologiche.
Nel 1978, nove giovani, ragazze e ragazzi si uniscono ed iniziano a lavorare insieme nella pianura cremonese con lo scopo di lavorare la terra per la produzione di prodotti sani, senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi, percorrendo gli insegnamenti dei loro padri, quando ancora l’agricoltura portava rispetto per l’ambiente, l’uomo e gli animali.
Nel 1984 la IRIS si fonda ufficialmente come cooperativa agricola di produzione e lavoro, come proprietà collettiva e bene comune, con lo scopo di coltivare esclusivamente biologico.
Maurizio ci ricorda i 4 punti fondanti inseriti nell’oggetto sociale:
1. Praticare e diffondere la coltivazione agricola con il metodo dell’agricoltura biologica;
2. Creare occupazione in particolare femminile ed a persone svantaggiate;
3. Sviluppare il rapporto diretto con il consumatore, per diffondere la cultura contadina e il metodo di coltivazione a produzione biologiche e biodinamiche (allora non esistevano ancora i Gas);
4. Promuovere la cultura della proprietà collettiva.
Nel 2005 il salvataggio del pastificio Nosari, che permette a 22 famiglie di mantenere posto di lavoro e il reddito, con l’idea di farlo diventare il primo pastificio italiano 100% bio. Questo ha permesso di iniziare a creare la filiera IRIS, tutta certificata biologica.

Nel 2012 il terremoto dell’Emilia Romagna danneggia irrimediabilmente il pastificio.
Nasce il progetto di realizzare un nuovo impianto che rispetti i valori della cooperativa sui temi ambientali ed etici.

Il nuovo pastificio, a Casteldidone, viene inaugurato nel 2015.
L’investimento ammonta a 22 milioni di euro.
Un impianto innovativo costruito in bioedilizia, fatto di legno, vetro, luce naturale, attento a impattare il meno possibile sull’ambiente circostante attraverso il fotovoltaico, la fitodepurazione delle acque reflue, l’isolamento per consumare il minimo di energia.

Il calo degli acquisti da parte dei Gas, la crisi mondiale del 2018, l’ingresso rilevante dei prodotti biologici nella GDO, portano con sé anche la difficoltà di gestire il pastificio, creando pesanti deficit economici.
Entrano nel pastificio nuovi soci, ma i risultati non arrivano.
La svolta arriva però nel 2021.
Entra in società con il 30% il gruppo italiano Germinal (Mangiar Sano), già cliente di Astra per la pasta per bambini.
La nuova gestione riesce a rimettere in sesto i bilanci del pastificio.
Oggi Astra è formata, oltre che dal 30% di Germinal, da un socio di Iris che detiene il 66% e da Iris stessa, scesa al 4%.
Fattura oltre 21 milioni di euro con clienti sparsi in tutta Europa.
Astra ha un contratto di fornitura di filiera con la Coop. IRIS valido sino al 2027.
La pasta a marchio IRIS è quindi tutta prodotta con grano fornito dalle aziende agricole dei soci di IRIS.
Il magazzino è stato affidato ad una cooperativa esterna, garantendo però una remunerazione contrattuale corretta e giusta.

Il pastificio come immobile rimane di proprietà della cooperativa Iris al 100%.

E la Coop. agricola Iris continua la sua bella storia collettiva, con i suoi 630 soci, un bene comune condiviso che non ha alcun indebitamento.

Oggi la cooperativa si sta dedicando a sviluppare la filiera agricola, in linea con il suo principio di diffondere l’agricoltura biologica, fornendo strumenti tecnici e di consulenza ai soci, mantenendo nel pastificio la produzione del marchio al 35% del totale di Astra, che gode per il 60% del pacchetto clienti costruito negli anni dalla cooperativa.

Il futuro del biologico italiano non è però roseo.
La grande industria considera ormai il bio un settore appetibile.
I fondi hanno cominciato l’opera di acquisizione, vedi l’operazione Probios / Agreencapital che ha portato ad inglobare in un unico soggetto marchi storici del biologico italiano come Baule Volante, Finestra sul Cielo, Fior di Loto, Vivibio.
Ecor / Naturasì è stata salvata da BF (Bonifiche Ferraresi), la più grande azienda agricola italiana, colosso che non è dato sapere quali garanzie fornirà per il futuro della catena di negozi.

Iris invece, nonostante tutto, guarda avanti.
Ha partecipato ad un progetto del Pnrr per attivare la ricerca su nutrizione e patologia nel campo dell’agricoltura biologica con partners importanti come l’Università di Milano.

Guarda alle esperienze innovative come quella in Danimarca di Aarstiderne: https://www.aarstiderne.com/ 

Sostiene iniziative giovanili in Calabria per irrobustire la filiera.

Mantiene gli impegni con la filiera, ad esempio anche con aziende agricole biologiche di Neviano degli Arduini, dalle quali riceve ottimo e sano grano duro per la produzione di pasta.

Fa ricerca per combattere le malattie nei cereali come la microtossina Doessinivalendolo (Don / vomitossina) causata dall’eccesso di caldo ed umidità, introducendo una lotta efficace attraverso funghi del genere Tricorderma.

Si sta impegnando per costruire il ricambio generazionale, problema oggi che affligge quasi tutte le imprese agricole, ma anche, diciamo noi, lo stesso movimento dei Gas italiani.

Iris rimane un faro costante per il mondo del biologico italiano.
Crede fermamente nell’economia solidale come modello vincente di società basata sulla collaborazione e sulla relazione.
Si rammarica per la mancata unità e visione comune del movimento che causa dispersione e inefficacia nella proposta.
Crede necessario il miglioramento della comunicazione per arrivare a un numero maggiore di cittadini e rispondere a dubbi, incertezze, carenza di informazioni.

Per Intergas una conferma definitiva della bontà del percorso di Iris e la volontà comune di progettare e guardare avanti insieme.

 

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