L’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia

Incremento costi energia

Dal sito di Co Energia

https://www.co-energia.org/notizie/item/252-l-aumento-dei-prezzi-dell-energia.html

Abbiamo ricevuto alcune richieste di chiarimento, in relazione agli aumenti su elettricità e gas metano che si registrano nelle bollette di questo periodo. Vogliamo proporvi il contributo dell’Ing. Francesco Casella (GAS Cremona), nostro esperto nel Gruppo Sovranità Energetica

Il prezzo sul mercato all’ingrosso dell’energia elettrica (il cosiddetto PUN, Prezzo Unico Nazionale), dipende dal prezzo di produzione delle unità alimentate a gas naturale che forniscono il 40% dell’energia consumata in Italia, e che decidono il prezzo.

Da luglio scorso in poi, il prezzo del gas è quadruplicato rispetto al normale (valori in €/MWh, fonte: https://www.mercatoelettrico.)

Di conseguenza,  è quadruplicato anche il prezzo dell’energia elettrica (il famoso PUN): i valori sono €/MWh, se volete c/kWh dividete per 10

VALORI STORICI:

VALORI 2021:

Considerate che per fare un MWh elettrico con un impianto moderno a ciclo combinato ci vogliono circa 2 MWh di gas, dato che il rendimento termodinamico di quegli impianti è poco superiore al 50%, quindi il PUN è un po’ più del doppio del prezzo del gas, considerando gli altri costi d’esercizio e il margine del produttore. Ovviamente dipende anche dai contratti di acquisto che i produttori hanno fatto per approvvigionarsi di gas: se sono a breve termine o a lungo termine. Chi ha comprato il gas che usa oggi un’anno fa, ai prezzi di allora, ha fatto un’affarone. A quanto pare non sono stati molti. Putin e i suoi amici di Gazprom sono molto contenti, noi un po’ meno.

Rispetto a questo meccanismo, i venditori di energia, se si approvvigionano sul mercato elettrico, non possono che adeguarsi. Non è che possono comprare l’energia sul mercato a 25 c/kWh e rivenderla ai prezzi di un’anno fa (6 c/kWh), solo perché siamo convenzionati. L’unica difesa possibile è che il governo ci metta la differenza con contributi a fondo perduto o riducendo iva e accise (cosa che in parte sta facendo), con un esborso che però alla fine graverà sul debito pubblico, ossia su tutti noi. Sono parecchi miliardi di euro.

Notate che sul mercato elettrico non ci sono prezzi diversificati a seconda delle fonti, il prezzo è unico e vinca il migliore; ovvero, se il mercato domani chiede 900.000 MWh, il prezzo lo fa chi fornisce l’ultimo MWh, cioè sempre un impianto termoelettrico alimentato a gas, perché gli impianti a rinnovabili ad oggi non ce la fanno a fornire tutta quell’energia. Quindi anche chi si approvvigiona di energia rinnovabile sul mercato, oggi la paga moltissimo, a causa della speculazione sul mercato del gas. Anche quando per produrla il gas non serve. Benvenuti nel magico mondo dell’energia fossile!

L’unica via d’uscita da questo meccanismo perverso sono accordi tariffari in cui si dice: io ti compro solo energia rinnovabile che viene da certi impianti di cui riconosciamo insieme il costo di ammortamento ed esercizio, e la tariffa la facciamo su quel costo, a prescindere dal prezzo di mercato. In media un quarto dell’energia prodotta in Italia non transita dal mercato elettrico (i cosiddetti “volumi fuori borsa elettrica”), bensì da accordi bilaterali di vendita, che sono però tra società di produzione e vendita all’ingrosso, non al dettaglio.

Ad oggi l’unico operatore sul mercato che fa questo tipo di accordi per utenti domestici, che io sappia, è la cooperativa ènostra, con la sua tariffa prosumer. ènostra può offrire questa tariffa perché il costo dell’energia prodotta dalla pala eolica di Gubbio è effettivamente di 6 c/kWh, non i 20-30 che dovrebbe pagare per procurarsi l’energia rinnovabile sul mercato. L’unico vincolo per l’utente domestico è che deve versare un minimo di 500 € di capitale al fondo di produzione per 10 anni. Ovvero più o meno il costo di un’anno di bollette per un utente medio.

Il caso di Dolomiti è interessante, perché Dolomiti Energia alla fine compra gran parte della sua energia dagli impianti idroelettrici di proprietà delle consociate del gruppo, che sono già ampiamente ammortizzati e non vanno a gas, e quindi potrebbe farci un prezzo fisso sganciato dal fossile anche lei.

Dobbiamo anche aggiungere che nel nuovo anno vorremmo avanzare a Dolomiti proprio quest’ultima proposta assieme a quella di fornire per CO-energia il bio-metano per uso domestico prodotto nella centrale a biogas vicino a Trento. Con la forza dei nostri associati possiamo avere la leva contrattuale per ottenere risultati significativi…. A proposito: il vostro GAS/DES/Associazione, si è già associato a CO-energia?

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